Quale formazione per (provare a ottenere) la certificazione della parità di genere? Online le Linee Guida 2025
Nell’ambito della politica di coesione, la parità di genere rappresenta uno dei principi orizzontali dei Fondi europei 2021-2027, come stabilito dall’articolo 9 del Regolamento (UE) 2021/1060, che disciplina le disposizioni comuni sui fondi (RDC). Tale principio deve essere considerato e promosso in tutte le fasi dei Programmi: dalla preparazione all’attuazione, fino al monitoraggio, alla rendicontazione e alla valutazione. La rilevanza del tema si riflette anche nelle cosiddette “condizioni abilitanti” previste per il FESR e il FSE+, nell’ambito dell’obiettivo strategico 4 dedicato alla realizzazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, che richiedono l’esistenza di un quadro strategico nazionale per la parità di genere.
In questo contesto, il Fondo Sociale Europeo Plus riveste un ruolo centrale nella promozione della parità di genere, sia attraverso il finanziamento di interventi specificamente dedicati, sia mediante un approccio trasversale (mainstreaming) che permea l’intera programmazione.
Con l’obiettivo di orientare la qualità della progettazione delle attività formative funzionali all’ottenimento della certificazione della parità di genere, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le pari opportunità, le amministrazioni regionali e con il supporto tecnico dell’INAPP – ha elaborato apposite Linee Guida. Queste definiscono le caratteristiche delle misure formative che danno accesso al «Fondo per le attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione di parità di genere» e disciplinano le modalità di ripartizione e trasferimento delle risorse alle Regioni, in quanto amministrazioni attuatrici degli interventi.
Le Linee Guida si pongono tre principali finalità:
- fornire alle Regioni uno strumento flessibile, leggero e non vincolante, che si integri con quanto già esistente a livello territoriale nell’ambito della certificazione di parità;
- incentivare la programmazione di attività formative funzionali all’attivazione dei meccanismi di certificazione, a partire dal quadro normativo e operativo vigente, offrendo indicazioni sui contenuti relativi agli asset strategici richiesti;
- orientare la fase attuativa degli interventi, suggerendo soluzioni procedurali e presentando strumenti operativi esemplificativi a supporto delle amministrazioni regionali.
Le indicazioni fornite si fondano su alcuni principi guida:
- finalizzazione al sostegno delle politiche per la parità di genere, declinate secondo le specificità territoriali;
- complementarità rispetto alle iniziative già avviate o in corso di definizione;
- coerenza con i meccanismi esistenti di accompagnamento e supporto;
- rispondenza alle esigenze delle potenziali imprese beneficiarie;
- conformità al quadro normativo generale e alla programmazione delle attività formative finanziate con risorse europee, nazionali o di altra provenienza;
- fattibilità, in relazione all’ammontare delle risorse disponibili e alla tipologia di attività effettivamente incentivabili.
La progettazione formativa suggerita si configura come un percorso modulare a complessità crescente, articolato in funzione del livello di governance aziendale, del profilo delle risorse umane e delle specificità territoriali, settoriali e produttive. Essa tiene conto anche del grado di consapevolezza e maturità delle imprese in materia di parità di genere. Il percorso può includere:
- una formazione introduttiva sul processo di certificazione;
- una formazione specifica sulle sei aree di KPI;
- una formazione mirata alla comprensione degli indicatori previsti dai KPI.
Per quanto riguarda le modalità di erogazione, le opzioni attuative possono avvalersi degli approcci organizzativi più recenti e adeguati, in relazione alle caratteristiche dell’intervento, dell’utenza e delle tecnologie disponibili.
Non sono previste prescrizioni restrittive in merito alla modalità di erogazione: è ammessa anche la formazione interamente a distanza (FAD), a condizione che venga adottata la soluzione più coerente con gli obiettivi formativi e capace di garantire la massima accessibilità ed efficacia degli interventi.