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La strategia EU per l’occupazione femminile

Diversity & Inclusion - Claudia Carchio - 7 Ottobre 2022

La Strategia per l’uguaglianza di genere 2020-2025 adottata dalla Commissione Europea ha definito il quadro d’azione dell’UE per promuovere uno dei suoi valori fondamentali, la parità tra donne e uomini. In tale contesto si inserisce il Report sull’uguaglianza di genere in Europa, che fornisce una panoramica delle principali iniziative poste in essere nonché dei risultati raggiunti dalle istituzioni dell’UE e dagli Stati membri per contrastare il c.d. gender gap. L’edizione del 2022, la seconda adottata in ordine di tempo, fa il punto sulle azioni chiave per promuovere la parità tra donne e uomini nei settori di intervento della Strategia per l’uguaglianza di genere: eliminare la violenza e gli stereotipi; prosperare in un’economia paritaria per quanto riguarda il genere; garantire una leadership egualitaria in tutti gli ambiti della società; ottenere l’integrazione di genere, anche a livello finanziario; promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne in tutto il mondo.

In questa prospettiva, rivestono un ruolo cruciale le azioni di sostegno all’imprenditoria femminile su cui si intende porre l’attenzione in questo approfondimento.

La strategia per le PMI (Comunicazione – COM(2020)103 final) mira a consentire alle donne e alle ragazze di avviare un’attività in proprio e quindi a migliorare l’equilibrio di genere in questo settore. I seminari di apprendimento c.d. peer-to-peer e le “communities of practice” organizzati dalla Commissione supportano lo sviluppo di ulteriori raccomandazioni politiche volte a sostenere le donne imprenditrici.

Tra le molteplici iniziative, deve essere segnalata la creazione della piattaforma on-line europea WEgate, che offre servizi per mettere in luce le donne imprenditrici nelle reti e organizzazioni imprenditoriali, al fine di facilitare il loro accesso ai mercati on-line, anche attraverso tutoraggio, alfabetizzazione finanziaria e apprendimento peer-to-peer.

Nella medesima direzione si muovono il Women Leadership Programme, il cui obiettivo è di offrire iniziative di coaching e tutoraggio a favore delle imprenditrici, e l’Enterprise Europe Network, la più grande rete al mondo per il sostegno alle PMI, che supporta le donne attraverso il gruppo tematico sull’imprenditorialità femminile di recente costituzione.

La Commissione UE, in collaborazione con l’OCSE, sta inoltre conducendo studi e progettando strumenti per coadiuvare gli Stati membri a verificare quali politiche possano avere un reale impatto positivo sull’imprenditoria femminile e ha finanziato il progetto Better Incubation per stimolare gli incubatori aziendali tradizionali a porre l’attenzione sui temi dell’inclusività nell’attività di impresa.

Tuttavia, la sfida più grande alla crescita del numero delle imprenditrici è rappresentata dall’accesso ai finanziamenti: le donne sono le creatrici di un terzo delle start-up, ma, al contempo, incontrano più difficoltà degli uomini nel reperire i finanziamenti per le loro iniziative. Secondo lo State of European Tech 2020 Report, in Europa i team fondatori composti da soli uomini hanno ricevuto il 91% del capitale investito nella tecnologia europea, mentre il 7% del capitale è andato a gruppi misti e meno del 2% a team di sole donne. Questa situazione è rimasta stagnante negli ultimi anni, anche se le società guidate da donne primeggiano in termini di ricavi mediani nelle fasi successive a quelle di avvio dell’attività imprenditoriale e presentano una minor richiesta di capitale nonostante ottengano rendimenti più elevati.

La Commissione UE sta valutando, a tal fine, nuove strategie per promuovere la partecipazione femminile nei processi di reperimento dei capitali di rischio e nell’attrazione degli investimenti a livello europeo. Sono state avviate ricerche per garantire forme di finanziamento orientate ad una prospettiva di genere nell’ambito dei negoziati per l’attuazione del programma InvestEU, al cui interno sono previste misure volte ad aumentare il flusso di capitali verso fondi che includono le donne nella loro gestione e nel loro processo decisionale; fornire agli intermediari finanziari maggiori capacità per stimolare gli investimenti in un’ottica di genere; incoraggiare un maggior numero di donne a ricoprire posizioni di leadership nella comunità degli investitori; sensibilizzare gli operatori sul tema del divario di genere negli investimenti.

In tale ambito si deve segnalare che il Consiglio europeo per l’innovazione si è posto l’obiettivo di raggiungere la quota del 40% delle aziende guidate da donne tra quelle invitate a presentare progetti, sicché nel 2021 è stata lanciata l’iniziativa Women Tech-EU per sostenere le start-up di deep tech guidate da donne.

Se gli strumenti in campo sono molti, la speranza è che non siano troppi: notoriamente, infatti, la moltiplicazione delle misure non contribuisce alla loro efficace implementazione. La revisione e la rarefazione delle linee di azione pare auspicabile, purché non coincida con una contrazione delle risorse a disposizione.

 

 

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