Difensori dei diritti umani, ambiente e intersezionalità
Nel contesto del 25º anniversario della Dichiarazione sui difensori dei diritti umani, l’UE si è proposta di concentrarsi sui rischi specifici cui devono far fronte alcune categorie di difensori dei diritti umani che sono spesso oggetto di discriminazione, di violenze e molestie, sia online che offline, in particolare i difensori dei diritti umani di sesso femminile, i difensori dei diritti umani impegnati in questioni ambientali, fondiarie e indigene, i difensori dei diritti delle persone LGBTI e coloro che difendono i diritti del lavoro.
Nella Risoluzione del 18 gennaio 2023 del Parlamento europeo sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell’Unione europea in materia vi erano indicazioni a riguardo.
Il Parlamento, infatti, al §86 dichiara di sostenere fermamente il lavoro dei difensori dei diritti umani e mette in evidenza i rischi ai quali sono esposti nei loro sforzi per proteggere i diritti umani, comprese le minacce nei loro confronti e nei confronti delle loro famiglie, le molestie e la violenza; condanna il fatto che centinaia di difensori dei diritti umani, principalmente difensori dell’ambiente, siano stati uccisi per il loro lavoro; si compiace degli sforzi dell’UE volti a sostenere i difensori dei diritti umani nel loro lavoro, compreso il meccanismo ProtectDefenders.eu.
E ancor più chiaramente, al § 101-103, sottolinea che i diritti umani, un ambiente sano e la lotta ai cambiamenti climatici sono interdipendenti; che i cambiamenti climatici minano il godimento dei diritti umani, tra cui il diritto alla sicurezza alimentare, all’acqua potabile sicura, ai servizi igienico-sanitari, alla salute e ad alloggi adeguati, come pure i diritti delle comunità locali; evidenzia che la biodiversità e i diritti umani sono interconnessi e interdipendenti.
La consapevolezza della necessità di approcci intersezionali emerge chiaramente nelle Conclusioni del Consiglio sulle priorità dell’UE nelle sedi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani nel 2023, pubblicate il 20 febbraio 2023.
Infine, il 16 marzo 2023 è stata approvata la risoluzione del Parlamento Europeo sugli orientamenti dell’UE sui difensori dei diritti umani (2021/2204(INI).
Essa dimostra la crescente attenzione per la connessione tra diritti umani e diritto all’ambiente. Nel preambolo, la risoluzione dà atto che negli ultimi anni si è registrato un aumento sostanziale del numero, della portata e della gravità degli attacchi contro i difensori dei diritti umani, le loro famiglie e i loro avvocati. I dati, forniti dalle ONG, segnano un aumento anche nel numero di omicidi: 331 nel 2020, 258 nel 2021. Tra le vittime si conta un elevato numero di difensori dell’ambiente. Si tratta di delitti che coinvolgono soprattutto paesi extraUE. Oltre la metà di tali uccisioni si sono verificate in Colombia, Messico e Filippine.
Negli ultimi anni la maggior parte dei difensori dei diritti umani presi di mira e/o assassinati da attori statali e non si occupava di diritti fondiari, in materia di acqua, ambientali e dei popoli indigeni.
Le risposte ipotizzate dalla risoluzione sono essenzialmente due.
La prima è la richiesta all’UE di affrontare la tutela del clima quale questione integrante dei diritti umani nell’ambito della sua politica in materia di difensori dei diritti umani e intensificare la propria azione a sostegno di coloro che difendono il clima e l’ambiente, in particolare i difensori dei diritti ambientali e dei diritti dei popoli indigeni che sono maggiormente a rischio. La politica estera dell’UE dovrebbe, quindi, integrare le questioni relative ai difensori dei diritti umani nella diplomazia e nell’assistenza dell’UE in materia di clima, anche promuovendo un reale coinvolgimento dei difensori dei diritti umani nell’attuazione e nel monitoraggio di programmi, progetti e schemi di cooperazione in materia di clima, affrontando esplicitamente le restrizioni della loro partecipazione effettiva.
Nel testo della risoluzione tutela dei diritti umani, ed in particolare delle popolazioni indigene, e tutela del clima sono pensati come interconnessi.
Il Parlamento, inoltre, sollecita l’UE a integrare nella direttiva sulla due diligence e nei suoi accordi e strumenti commerciali, di investimento e cooperazione, la promozione e la protezione dei diritti dei difensori dei diritti umani, in particolare dei rappresentanti sindacali e dei difensori delle terre, dei diritti dei popoli indigeni e dell’ambiente.
In via generale, infine, le istituzioni UE sono invitate a utilizzare in modo più incisivo e coerente le clausole degli accordi commerciali e di investimento che tutelano i diritti umani e a sfruttare appieno la condizionalità in materia di diritti umani per concedere a paesi terzi un accesso preferenziale al suo mercato; arrivando anche a sospendere accordi quadro con Paesi, le cui autorità siano manifestamente incapaci di migliorare la situazione.