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Arabia Saudita: abolita la segregazione delle donne nei locali pubblici

Storie - Gianluca Picco - 25 Marzo 2020

L’Arabia Saudita procede ancora di qualche passo verso l’abolizione delle discriminazioni nei confronti delle donne.

Nel 2017, erano state adottate alcune misure a favore della parità di genere: il principe ereditario Mohammed bin Salman aveva dato il via ad alcuni provvedimenti che riconoscevano alle donne il diritto di guidare, di viaggiare all’estero e di soggiornare in albergo all’interno del Regno, senza il permesso o la presenza di un accompagnatore maschio facente parte della famiglia.

Diritti che aprono l’ordinamento arabo al femminile, ma che ancora non toccano il nervo scoperto ed infiammato di una realtà storico-culturale che vede la donna diversa dall’uomo, sotto aspetti che rientrano nella sfera dei diritti umani fondamentali.

Tuttavia, la storia di un popolo è costituita anche dal susseguirsi di piccole tappe che accendono gli animi.

Sino al 2019, alle donne era vietato entrare nei locali pubblici – quali ristoranti e bar – dallo stesso ingresso varcato dagli uomini. Per loro erano previste porte laterali e zone ben distinte in cui accomodarsi all’interno degli spazi ricreativi.

A dicembre dello stesso anno questo limite è passato sotto l’acqua mondante dell’ultima riforma del Principe che ha aperto le porte – principali – dei ristoranti, delle sale comuni e dei locali alle donne.

Non ancora un obbligo per il ristorante, ma una scelta in capo al singolo ristoratore che potrà ora decidere se rimanere ancorato ai vecchi retaggi mantenendo aree separate o aprire il proprio locale a tutti gli ospiti, indistintamente dal loro sesso.

Con le riforme del potente principe saudita è in atto una rivoluzione che solo qualche anno fa sarebbe sembrata impensabile. Un altro tabù ultraconservatore del Paese è caduto.

 

 

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