Molestie razziali sul lavoro: il Tribunale di Milano risarcisce le vittime
Tre lavoratori di origine africana hanno adito il Giudice del lavoro del Tribunale di Milano, esponendo di lavorare presso una pizzeria ed essere stati vittime, nel corso del rapporto di lavoro, di comportamenti discriminatori a motivo della loro razza da parte di un superiore gerarchico. Due di essi hanno riferito di aver subito pesanti insulti e percosse da parte del predetto responsabile; la terza lavoratrice ha allegato di essere stata insultata da una collega, che i cuochi del locale si erano rifiutati di servirle il pranzo e di aver subito, da parte del coordinatore dei camerieri, trattamenti diversi dai colleghi nella distribuzione dei compiti quotidiani. Pertanto, hanno chiesto che, accertate le discriminazioni in loro danno, venisse ordinata l’immediata cessazione delle condotte e l’adozione di provvedimenti volti alla rimozione degli effetti, nonché la condanna, a carico dell’autore e della datrice di lavoro, al risarcimento del danno.
Nel corso dell’istruttoria, i testi hanno confermato che due dei tre ricorrenti erano stati vittime di espressioni ingiuriose e offensive a connotazione razziale da parte del superiore gerarchico e che avevano subito un episodio umiliante e degradante. Non hanno trovato invece riscontro probatorio le offese verso la terza ricorrente e le percosse.
La Giudice, alla luce delle risultanze istruttorie, con ordinanza del 23 gennaio 2020, ha accertato la sussistenza, in danno di due dei tre ricorrenti, della fattispecie delle molestie, ex art. 2, 3° co., d.lgs. 215/2003. Ha ravvisato altresì, in capo alla società datrice, una responsabilità ex art. 2087 c.c., per non aver vigilato e adottato misure atte a evitare i comportamenti denunciati, nonché ex art. 2049 c.c.
La sentenza è interessante per la tutela accordata ai ricorrenti. La Giudice, ritenendo inefficace un provvedimento che ordini la cessazione del comportamento denunciato, trattandosi di gesti non più reiterabili per le dimissioni del superiore gerarchico, ha ordinato alla società di prevenire ulteriori episodi di tale natura attraverso la realizzazione di un corso, a cui far partecipare tutti i dipendenti e tenuto da esperti, che avvicini i lavoratori alle tematiche razziali al fine di educarli al doveroso rispetto di ogni cittadino quale che ne sia la sua provenienza o etnia.
La Giudice ha altresì condannato l’autore dei fatti e la società a risarcire il danno ai due lavoratori per i quali erano risultate accertate le condotte. Nessun risarcimento per la terza lavoratrice, mancando la prova dei fatti allegati.
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