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Approvato il DDL delega sulla disabilità

Attualità - Massimiliano De Falco - 5 Novembre 2021

Lo scorso 27 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha approvato un Disegno di Legge Delega in materia di disabilità, al fine di riformulare la normativa italiana e renderla quanto più aderente possibile ai principi sanciti dalla Convenzione ONU del 2006 e dalla Strategia per i diritti delle persone con disabilità presentata a marzo dalla Commissione europea.

Il Disegno di Legge Delega, che rientra tra le azioni chiave del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) da compiersi entro il 31 dicembre 2021, rappresenta un importante traguardo per garantire condizioni di uguaglianza e pari opportunità alle persone che versano in una situazione di oggettiva (e incolpevole) difficoltà e che, sovente, sono vittime di discriminazioni. In particolare, la Missione 5 (Inclusione e coesione), Componente 2 (Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore) del Piano nazionale prevede «una riforma costituita dalla realizzazione di una “Legge quadro della disabilità”, (…) che semplificherà l’accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato».

Duole osservare, però, come si tratti di una riforma per la quale lo stesso PNRR non ha stanziato nuove risorse.

 

A ogni modo – accogliendo le istanze della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che da tempo promuove l’inclusione sociale delle persone con disabilità – la delega al Governo consentirà una rivisitazione complessiva della materia, intervenendo su:

  • la definizione della disabilità (di modo da renderla coerente con l’art. 1, c. 2, Conv. ONU 2006), con un riassetto e una semplificazione della normativa di settore, per creare procedimenti più snelli, trasparenti ed efficienti;
  • l’accertamento della caratteristica personale della disabilità e la revisione dei suoi processi valutativi di base, unificando tutti gli accertamenti concernenti l’invalidità civile, la cecità civile, la sordità civile, la sordo-cecità, l’handicap, anche ai fini scolastici, la disabilità prevista ai fini del collocamento mirato e ogni altra normativa vigente in tema di accertamento;
  • la valutazione multidimensionale della disabilità – sulla scorta del modello ICF (International Classsification of Functioning, Disability and Health) dell’OMS – finalizzata all’elaborazione di progetti personalizzati e di vita indipendente;
  • l’informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione;
  • la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e di accessibilità, con un potenziamento delle infrastrutture sociali;
  • l’istituzione di un Garante nazionale delle disabilità, il quale dovrà raccogliere le istanze e fornire assistenza a coloro che subiscono discriminazioni, nonché formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni interessate sulle segnalazioni raccolte e promuovere campagne di sensibilizzazione e comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti fondamentali.

Come si legge dal comunicato stampa di Palazzo Chigi, «il cuore della riforma sarà il nuovo sistema di riconoscimento della condizione di disabilità, (finalmente) in linea con la Convenzione ONU». L’aggiornamento del modello, volto a supportare l’autonomia e l’indipendenza dei disabili, pone dunque al centro le esigenze della persona, attraverso una valutazione multidisciplinare per l’individuazione di progetti di vita personalizzata e partecipata.

L’esecutivo è, così, delegato a prevedere forme di istituzionalizzazione che affermino pienamente il diritto di ciascuna persona al proprio percorso di vita, a prescindere dalla propria condizione di salute, e l’esercizio dei propri diritti fondamentali.

In tal senso, il Disegno di Legge Delega appare coerente con il recente orientamento formatosi in capo alla Corte di cassazione in materia di accomodamenti ragionevoli, che ha anteposto il diritto del disabile a pretendere adeguamenti organizzativi – purché non comportanti oneri eccessivi e sproporzionati – rispetto all’insindacabilità delle scelte imprenditoriali. Nella medesima direzione, giova rilevare, altresì, come il provvedimento in esame sia assistito dalla (quasi) coeva previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha inasprito le sanzioni amministrative(ex art. 15, L. n. 68/1999) per il mancato inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

Pertanto, dalla ridefinizione della caratteristica personale della disabilità, alla modifica delle condizioni di accertamento, passando per la promozione della parità di accesso e trattamento sul mercato del lavoro e arrivando all’accessibilità e alla vita indipendente, si evidenzia un radicale cambio di passo, che pone le basi per una riforma (necessaria) in campo normativo a favore delle persone con disabilità. Sicché, ciò rappresenta un’occasione da non perdere per introdurre nell’ordinamento nazionale norme eque ed efficienti, che, ispirandosi alla Convenzione ONU, possano tutelare i diritti e la qualità di vita delle persone svantaggiate e dei loro familiari.

Occorrerà attendere i decreti attuativi per restituire – concretamente – sostanza ai principi affermati dal Disegno di Legge Delega, al fine di mitigare il rischio di emarginazione ed esclusione dei disabili dai contesti sociali e di lavoro, riconoscendo loro, per converso, la dignità che meritano in quanto persone.

 

 

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